Succede che alcuni amici del circondario ultimamente mi apostrofino con appellativi del tipo sei passato all’altra sponda, ecc, il tutto semplicemente per via della decisione di disfarmi anche dell’ultimo legame con le cosiddette radio tradizionali, analogiche o ibride che sia.
La soluzione combo, inizialmente adottata, in realtà ben si prestava ad un’operatività flessibile (possibilità di scegliere il ricevitore più performante alla bisogna), pratica (entrambi gli RTX sincronizzati in master/slave, con grande facilità durante le operazioni split, ascolto su singolo padiglione e visione del segnale TX corrispondenti), efficace (la parte TX demandata all’analogico, generoso di power e idoneo al drive del PA).
Sistema collaudato in essere da oltre 5 anni, che comunque richiedeva una serie di dispositivi HW e SW per funzionare, vedi il microham per selezione/mix audio e CAT radio analogica + rispettivo SW (router), DDUTIL per la sincronizzazione master/slave, oltre che naturalmente innumerevoli cavi di collegamento tra i vari dispositivi.
La sostituzione nel combo dell’RTX di tipo QSD (con mixer analogico) con il più moderno DDC/DUC (a campionamento diretto), come già detto, è stata rivelatrice al punto che ben presto, quella che sembrava il sistema ultimo, ha visto la dipartita dell’amato radiolone, forse non il top dell’attuale produzione down conversion, ma con diversi accorgimenti che ne avevano esaltato le caratteristiche.
A questo punto il salto era fatto, la scrivania orfana del pezzo forte (quello che ultimamente fungeva solo da supporto per il monitor), del dispositivo di interfaccia (microham) e di tutti i cavi di collegamento.
Ciò ha ridotto la complessità, la suscettibilità all’interferenze RF (mi crescono diverse ferriti nei cassetti) e minimizzato il numero di applicativi Software da lanciare, al punto che oggi, dopo l’accensione del PC, l’unico SW che lancio è l’applicativo PowerSDR, i driver relativi alle porte seriali e audio virtuali partono all’accensione predisponendo la comunicazione con gli applicativi di terze parti, consentendo di integrare funzionalità come il logger di stazione e annesse funzionalità, quali i modi digitali, che funzionano come se implementati nativamente senza l’ausilio di null’altro.
La stazione si mostra essenziale, pulita, semplice ed altrettanto efficace, in realtà a mio avviso anche di più, tanto che ve lo dovevo proprio dire……..chissà magari qualcun altro farà outing a sua volta.
73, LEC
La soluzione combo, inizialmente adottata, in realtà ben si prestava ad un’operatività flessibile (possibilità di scegliere il ricevitore più performante alla bisogna), pratica (entrambi gli RTX sincronizzati in master/slave, con grande facilità durante le operazioni split, ascolto su singolo padiglione e visione del segnale TX corrispondenti), efficace (la parte TX demandata all’analogico, generoso di power e idoneo al drive del PA).
Sistema collaudato in essere da oltre 5 anni, che comunque richiedeva una serie di dispositivi HW e SW per funzionare, vedi il microham per selezione/mix audio e CAT radio analogica + rispettivo SW (router), DDUTIL per la sincronizzazione master/slave, oltre che naturalmente innumerevoli cavi di collegamento tra i vari dispositivi.
La sostituzione nel combo dell’RTX di tipo QSD (con mixer analogico) con il più moderno DDC/DUC (a campionamento diretto), come già detto, è stata rivelatrice al punto che ben presto, quella che sembrava il sistema ultimo, ha visto la dipartita dell’amato radiolone, forse non il top dell’attuale produzione down conversion, ma con diversi accorgimenti che ne avevano esaltato le caratteristiche.
A questo punto il salto era fatto, la scrivania orfana del pezzo forte (quello che ultimamente fungeva solo da supporto per il monitor), del dispositivo di interfaccia (microham) e di tutti i cavi di collegamento.
Ciò ha ridotto la complessità, la suscettibilità all’interferenze RF (mi crescono diverse ferriti nei cassetti) e minimizzato il numero di applicativi Software da lanciare, al punto che oggi, dopo l’accensione del PC, l’unico SW che lancio è l’applicativo PowerSDR, i driver relativi alle porte seriali e audio virtuali partono all’accensione predisponendo la comunicazione con gli applicativi di terze parti, consentendo di integrare funzionalità come il logger di stazione e annesse funzionalità, quali i modi digitali, che funzionano come se implementati nativamente senza l’ausilio di null’altro.
La stazione si mostra essenziale, pulita, semplice ed altrettanto efficace, in realtà a mio avviso anche di più, tanto che ve lo dovevo proprio dire……..chissà magari qualcun altro farà outing a sua volta.
73, LEC
Commenta