Nominativo speciale II4 CDN (Croce Del Nord), dal 1 ottobre al 31 dicembre 2014, diversi operatori attiveranno questo nominativo che celebra i 50 anni dalla Fondazione del Radio Telescopio di Medicina "Croce del Nord".
Su iniziativa della sezione ARI di Bologna "Gianfranco Sinigaglia I4BBE", che annovera tra i propri soci Goliardo Tomassetti I4BER il quale ha visto nascere il radio telescopio di Medicina (Bo) nel 1964 assieme a Gianfranco Sinigaglia I4BBE (SK).
QSL: Via Bureau o diretta via IZ4FUE
Sito ufficiale di Croce Del Nord
Italiano:
http://www.med.ira.inaf.it/
Inglese:
http://http://www.med.ira.inaf.it/index_EN.htm
Video di Art IK7JWY che qui riporto http://youtu.be/w0m7yBG_isA
Sabato 4 Ottobre 2014 si festeggia il cinquantesimo della grande Croce del Nord, uno dei radiotelescopi più grandi del pianeta, secondo solo ad Arecibo (Portorico). Installato nella bassa campagna Bolognese (territorio di Medicina), ha rappresentato fin dall’inizio il polo di formazione di radioastronomi italiani e stranieri, dando il via a quella che è stata la culla della radioastronomia italiana negli anni sessanta e oltre.
La Croce del Nord è un array di cilindri a profilo parabolico che si estende sui due rami di una T di 640 metri in direzione Est-Ovest e di 564 metri in direzione Nord-Sud.
L’ area collettrice e’ di circa 27.000 mq realizzata da 5632 dipoli accordati ed operanti in UHF entro una banda dialcuni Mhz con centro a 408 Mhz. Come si può notare, tale centro banda risulta relativamente vicino a quello dei 432 MHz, di uso comune in campo radioamatoriale che non hanno mancato di proporre e poi utilizzare tale fortunata occasione. Infatti il 19 Novembre 1975 un gruppo di OM della Sezione ARI di Bologna,alle 23.50, utilizzando solo un sesto del ramo EW della Croce hanno collegato per la prima volta dall’ Italia, sui 432 MHz in CW, la stazione svedese SK6AB, gestita da studenti della universita’ di Goteborg. Facile nella circostanza immaginare un uso controllato e professionale da parte degli OM bolognesi guidati da un dipendente (I1BER/4) oggi I4BER.
La sensibilità della Croce del Nord è elevatissima. Espressa nei termini usati in radioastronomia, raggiunge i 150 K per la E/W, i circa 260 K per il ramo N/S e i 90 K per il prototipo SKA BEST-2.
Il fascio di antenna è di 4’x4’ e questo offre un’idea precisa delle potenzialità e direttività dell’antenna.
La Croce del Nord ha dato forti contributi alla radioastronomia nell’ambito di programmi come la survey di Pulsar (con la scoperta di una nuova millisecond Pulsar), la catalogazione di decine di migliaia di nuove radiogalassie non catalogate prima, ricerca di linee spettrali come l’isotopo del carbonio C253alfa e lo studio della variabilità di flusso di un grosso campione di radioasorgenti. Si è usata per la realizzazione di un banco di prova e sviluppo tecnologico per lo Square Kilometre Array (SKA il radiotelescopio di prossima generazione). La si è utilizzata anche per la validazione dei concetti di detezione multifascio (multipixel) per la determinazione delle traiettorie di detriti spaziali con ottimi risultati.
Il monitoraggio dei detriti spaziali è fondamentale per assicurare la tranquillità operativa di tutti i satelliti che orbitano attorno alla Terra.
Per il momento non si prevedono ulteriori sviluppi tecnologici a meno che arrivino fondi dalla UE o altre fonti.
Su iniziativa della sezione ARI di Bologna "Gianfranco Sinigaglia I4BBE", che annovera tra i propri soci Goliardo Tomassetti I4BER il quale ha visto nascere il radio telescopio di Medicina (Bo) nel 1964 assieme a Gianfranco Sinigaglia I4BBE (SK).
QSL: Via Bureau o diretta via IZ4FUE
Sito ufficiale di Croce Del Nord
Italiano:
http://www.med.ira.inaf.it/
Inglese:
http://http://www.med.ira.inaf.it/index_EN.htm
Video di Art IK7JWY che qui riporto http://youtu.be/w0m7yBG_isA
Sabato 4 Ottobre 2014 si festeggia il cinquantesimo della grande Croce del Nord, uno dei radiotelescopi più grandi del pianeta, secondo solo ad Arecibo (Portorico). Installato nella bassa campagna Bolognese (territorio di Medicina), ha rappresentato fin dall’inizio il polo di formazione di radioastronomi italiani e stranieri, dando il via a quella che è stata la culla della radioastronomia italiana negli anni sessanta e oltre.
La Croce del Nord è un array di cilindri a profilo parabolico che si estende sui due rami di una T di 640 metri in direzione Est-Ovest e di 564 metri in direzione Nord-Sud.
L’ area collettrice e’ di circa 27.000 mq realizzata da 5632 dipoli accordati ed operanti in UHF entro una banda dialcuni Mhz con centro a 408 Mhz. Come si può notare, tale centro banda risulta relativamente vicino a quello dei 432 MHz, di uso comune in campo radioamatoriale che non hanno mancato di proporre e poi utilizzare tale fortunata occasione. Infatti il 19 Novembre 1975 un gruppo di OM della Sezione ARI di Bologna,alle 23.50, utilizzando solo un sesto del ramo EW della Croce hanno collegato per la prima volta dall’ Italia, sui 432 MHz in CW, la stazione svedese SK6AB, gestita da studenti della universita’ di Goteborg. Facile nella circostanza immaginare un uso controllato e professionale da parte degli OM bolognesi guidati da un dipendente (I1BER/4) oggi I4BER.
La sensibilità della Croce del Nord è elevatissima. Espressa nei termini usati in radioastronomia, raggiunge i 150 K per la E/W, i circa 260 K per il ramo N/S e i 90 K per il prototipo SKA BEST-2.
Il fascio di antenna è di 4’x4’ e questo offre un’idea precisa delle potenzialità e direttività dell’antenna.
La Croce del Nord ha dato forti contributi alla radioastronomia nell’ambito di programmi come la survey di Pulsar (con la scoperta di una nuova millisecond Pulsar), la catalogazione di decine di migliaia di nuove radiogalassie non catalogate prima, ricerca di linee spettrali come l’isotopo del carbonio C253alfa e lo studio della variabilità di flusso di un grosso campione di radioasorgenti. Si è usata per la realizzazione di un banco di prova e sviluppo tecnologico per lo Square Kilometre Array (SKA il radiotelescopio di prossima generazione). La si è utilizzata anche per la validazione dei concetti di detezione multifascio (multipixel) per la determinazione delle traiettorie di detriti spaziali con ottimi risultati.
Il monitoraggio dei detriti spaziali è fondamentale per assicurare la tranquillità operativa di tutti i satelliti che orbitano attorno alla Terra.
Per il momento non si prevedono ulteriori sviluppi tecnologici a meno che arrivino fondi dalla UE o altre fonti.
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