Vorrei raccontarvi l'esperienza "patita" in queste ultime settimane e spero possa servire a tutti per aiutare a migliorare l'installazione delle nostre preziose apparecchiature.
Pur avendo in casa un impianto elettrico fatto a regola d'arte , sezionato nelle varie parti tipo "forza" "illuminazione" in ogni stanza o zona (cucina,magazzino ,esterno ecc ecc) cablato per bene, da un po' di tempo si verificavano misteriosi distacchi dell'interruttore differenziale ,il c.d. salvavita, quando avevo la radio accesa o il computer o altre diavolerie elettroniche.
La prima cosa cui ho pensato era ,ovviamente ,qualche dispersione, o un alimentatore difettoso, il gruppo di continuita' del PC.
Tutte cose verificate e tutte negative.
Nulla , all'improvviso il salvavita si staccava.
Se ci fosse stato un difetto nell'impianto questi "distacchi" si sarebbero verificati anche di notte ,invece, mai una volta che di notte sia andata via l'energia elettrica.
Pensai anche a qualche problema nella cabina di trasformazione dell' Enel , che dista circa 30 metri da casa , ma il capozona Enel ,caro amico, ha verificato la corretta equilibratura delle fasi in uscita e la tensione , tutto regolare.
Invece bastava soltanto inserire la spina dell' PA che il salvavita si staccava. ( stesso PA che nel mio studio funzionava benissimo).
Ero disperato, anche perche' capitava di tornare a casa e non poter aprire il cancello elettrico e si rischiava di perdere cio' che era nel congelatore.
Non si trovava una ragione apparente a questi black-out.
Anche se a me vagava una strana idea che tutte queste apparecchiature elettroniche , con le grosse induttanze dei loro trasformatori e vari condensatori di filtro potessero in qualche modo "ingannare" il salvavita soprattutto perche' l'impianto e' abbastanza grande e tutti i fili che corrono nei muri di casa rappresentano essi stessi una grossa induttanza e capacita'.
In effetti lo stesso problema si era verificato tempo fa con le pompe di calore, problema risolto con l'installazione di un salvavita separato per ogni pompa.
Ho pensato di fare la stessa cosa e cosi', all'uscita del contatore ho sezionato l'impianto in cinque parti ,ognuna con un salvavita separato indipendente dagli altri.
Due sono per i condizionatori, uno per la forza in cucina (forno ,lavatrice ,lavastoviglie,ecc.) un per le utenze "normali" cioe' luci e prese a muro e uno solo ed esclusivo per la stazione radio e PC che naturalmente stacco quando non uso cosi' anche eventuali picchi di tensione in linea non producono danni.
Tutti i problemi sono immediatamente scomparsi.
Bisogna considerare comunque che i "salvavita" non sono tutti uguali.
Oltre alla corrente massima che possono sopportare (come magnetotermici) ,hanno come caratteristiche la corrente massima di dispersione che e' quella che li fa scattare , per legge nelle case deve essere di 30mA e di 10 mA per i bagni (si , ce ne vuole uno in ogni bagno dove ci attaccate il phon o altre diavolerie), esistono anche da 50mA e piu' ma sono solo per apparecchiature non presidiate dove non c'e' possibilta' che una persona venga a contatto con le apparecchiature stesse.
Inoltre le caratteristiche della "curva di sgancio" possono variare.
I piu' hanno la sigla "AC" e si staccano per dispersioni si correnti alternate, quelli con la sigla "A" sganciano anche per correnti continue o pulsanti, vi sono inoltre quelli con la sigla "H" oltre a le precedenti che in teoria hanno una maggiore "resistenza" a perturbazioni transitorie di tensioni presenti nella linea.
In pratica costano il doppio degli altri ma non sempre risolvono il problema.
Se volete bene alle pompe di calore mettete quelli marcati "A" e non "AC".
La cosa ideale sarebbe mettere in stazione un trasformatore di isolamento che separa la linea principale dal suo utilizzo, in modo tale che anche un'accidentale contatto con un filo in tensione non produce alcun danno, poiche' il circuito non viene chiuso verso terra.
Se qualcuno ha avuto gli stessi problemi miei spero possa essere utile la mia esperienza , inoltre chiedo venia ai "tecnici" del settore se la mia trattazione da profano non e' tecnicamente corretta , ma non e' certo il mio mestiere.
Pur avendo in casa un impianto elettrico fatto a regola d'arte , sezionato nelle varie parti tipo "forza" "illuminazione" in ogni stanza o zona (cucina,magazzino ,esterno ecc ecc) cablato per bene, da un po' di tempo si verificavano misteriosi distacchi dell'interruttore differenziale ,il c.d. salvavita, quando avevo la radio accesa o il computer o altre diavolerie elettroniche.
La prima cosa cui ho pensato era ,ovviamente ,qualche dispersione, o un alimentatore difettoso, il gruppo di continuita' del PC.
Tutte cose verificate e tutte negative.
Nulla , all'improvviso il salvavita si staccava.
Se ci fosse stato un difetto nell'impianto questi "distacchi" si sarebbero verificati anche di notte ,invece, mai una volta che di notte sia andata via l'energia elettrica.
Pensai anche a qualche problema nella cabina di trasformazione dell' Enel , che dista circa 30 metri da casa , ma il capozona Enel ,caro amico, ha verificato la corretta equilibratura delle fasi in uscita e la tensione , tutto regolare.
Invece bastava soltanto inserire la spina dell' PA che il salvavita si staccava. ( stesso PA che nel mio studio funzionava benissimo).
Ero disperato, anche perche' capitava di tornare a casa e non poter aprire il cancello elettrico e si rischiava di perdere cio' che era nel congelatore.
Non si trovava una ragione apparente a questi black-out.
Anche se a me vagava una strana idea che tutte queste apparecchiature elettroniche , con le grosse induttanze dei loro trasformatori e vari condensatori di filtro potessero in qualche modo "ingannare" il salvavita soprattutto perche' l'impianto e' abbastanza grande e tutti i fili che corrono nei muri di casa rappresentano essi stessi una grossa induttanza e capacita'.
In effetti lo stesso problema si era verificato tempo fa con le pompe di calore, problema risolto con l'installazione di un salvavita separato per ogni pompa.
Ho pensato di fare la stessa cosa e cosi', all'uscita del contatore ho sezionato l'impianto in cinque parti ,ognuna con un salvavita separato indipendente dagli altri.
Due sono per i condizionatori, uno per la forza in cucina (forno ,lavatrice ,lavastoviglie,ecc.) un per le utenze "normali" cioe' luci e prese a muro e uno solo ed esclusivo per la stazione radio e PC che naturalmente stacco quando non uso cosi' anche eventuali picchi di tensione in linea non producono danni.
Tutti i problemi sono immediatamente scomparsi.
Bisogna considerare comunque che i "salvavita" non sono tutti uguali.
Oltre alla corrente massima che possono sopportare (come magnetotermici) ,hanno come caratteristiche la corrente massima di dispersione che e' quella che li fa scattare , per legge nelle case deve essere di 30mA e di 10 mA per i bagni (si , ce ne vuole uno in ogni bagno dove ci attaccate il phon o altre diavolerie), esistono anche da 50mA e piu' ma sono solo per apparecchiature non presidiate dove non c'e' possibilta' che una persona venga a contatto con le apparecchiature stesse.
Inoltre le caratteristiche della "curva di sgancio" possono variare.
I piu' hanno la sigla "AC" e si staccano per dispersioni si correnti alternate, quelli con la sigla "A" sganciano anche per correnti continue o pulsanti, vi sono inoltre quelli con la sigla "H" oltre a le precedenti che in teoria hanno una maggiore "resistenza" a perturbazioni transitorie di tensioni presenti nella linea.
In pratica costano il doppio degli altri ma non sempre risolvono il problema.
Se volete bene alle pompe di calore mettete quelli marcati "A" e non "AC".
La cosa ideale sarebbe mettere in stazione un trasformatore di isolamento che separa la linea principale dal suo utilizzo, in modo tale che anche un'accidentale contatto con un filo in tensione non produce alcun danno, poiche' il circuito non viene chiuso verso terra.
Se qualcuno ha avuto gli stessi problemi miei spero possa essere utile la mia esperienza , inoltre chiedo venia ai "tecnici" del settore se la mia trattazione da profano non e' tecnicamente corretta , ma non e' certo il mio mestiere.
Commenta