Sfogliando un vecchio libro, non uno qualsiasi, un libro sulla storia della telegrafia senza fili della fine '800 , mi sono soffermato a guardare una pagina con una dozzina di ritratti di scienziati e inventori famosi. Con un pizzico di sorpresa e di orgoglio riconosco nel ritratto in basso a destra un Guglielmo Marconi giovanissimo. Dò una occhiata veloce anche agli altri rappresentati e non posso fare a meno di notare la giovane età del nostro famoso e determinante inventore rispetto alla media degli altri. Dò una occhiata anche ai nomi di tutti. Trovo che sia una buona occasione per rinverdire le mie lacunose conoscenze e per ben nove riesco a ricordare discretamente le loro scoperte e invenzioni. Per due però mi trovo in difficoltà.. Si tratta del primo della fila in alto a sinistra e il penultimo, quello subito prima di Marconi. Per farla breve, supponendo di non essere l'unico ad avere di queste lacunose mancanze, eccovi di seguito un brevissimo riassunto delle loro scoperte.
Hans Christian Ørsted fisico danese .
Nel 1820 egli compì un esperimento (noto come esperimento di Ørsted), che dimostrava una prima relazione tra elettricità e magnetismo: le correnti elettriche generano un campo magnetico, principio alla base dell'elettromagnetismo. Osservando il comportamento di una bussola posta in prossimità di un filo elettrico, concluse che le correnti elettriche generano campi magnetici le cui linee di forza sono chiuse intorno alle corrente che li ha prodotti.
L'annuncio della scoperta provocò grande interesse negli ambienti accademici, André-Marie Ampère ripeté l'esperimento e formulò il principio dell'elettromagnetismo in forma matematica. Oltre agli studi sull'elettromagnetismo, Ørsted compì studi sulla compressione dei gas e dei liquidi e sui materiali diamagnetici, scoprì la piperina, un alcaloide presente nel pepe, e produsse per la prima volta l'alluminio.
https://www.museogalileo.it/images/i...to_oersted.pdf
Willoughby Smith
L’inglese Willoughby Smith (1828-1891), impiegato in una fabbrica chimica che lavorava la guttaperca, una gomma elastica naturale estratta da piante dell’Indonesia e che presentava buone proprietà isolanti dell’elettricità e buona resistenza all’acqua. Coprendo dei fili di rame con questa guttaperca la società di Smith fabbricò i primi cavi elettrici che potevano essere immersi nel mare, adatti quindi alle trasmissioni telegrafiche sottomarine; il primo, lungo 50 chilometri, collegò nel 1850 Dover in Inghilterra con Calais in Francia.
L’importante passo successivo fu fatto quando un cavo telegrafico ben più lungo fu steso fra la città di La Spezia, ancora nel Regno di Sardegna, con la Corsica e poi con la Sardegna e l’Africa settentrionale, unendo per la prima volta direttamente due continenti. I collegamenti intercontinentali continuarono nel 1858 con la posa del cavo telegrafico sottomarino che univa l’Irlanda con l’isola di Terranova nel Nord America. Nasceva la società moderna e la globalizzazione, mezzo secolo prima delle trasmissioni “senza fili” della radio di Marconi e un secolo prima delle trasmissioni con satelliti artificiali.
Ma i satelliti artificiali non sarebbero mai stati realizzati se Willoughby Smith non avesse fatto anche un’altra scoperta. Per le prove di isolamento, durante l’immersione dei cavi telegrafici sottomarini, Smith usò delle barrette di selenio metallico, considerato un cattivo conduttore dell’elettricità. Smith scoprì però che le proprietà elettriche del selenio variavano quando era tenuto al buio, rispetto a quando era esposto al Sole. Al buio le barrette di selenio non lasciavano passare l’elettricità e alla luce diventavano, sia pure limitatamente, conduttrici di elettricità.
Hans Christian Ørsted fisico danese .
Nel 1820 egli compì un esperimento (noto come esperimento di Ørsted), che dimostrava una prima relazione tra elettricità e magnetismo: le correnti elettriche generano un campo magnetico, principio alla base dell'elettromagnetismo. Osservando il comportamento di una bussola posta in prossimità di un filo elettrico, concluse che le correnti elettriche generano campi magnetici le cui linee di forza sono chiuse intorno alle corrente che li ha prodotti.
L'annuncio della scoperta provocò grande interesse negli ambienti accademici, André-Marie Ampère ripeté l'esperimento e formulò il principio dell'elettromagnetismo in forma matematica. Oltre agli studi sull'elettromagnetismo, Ørsted compì studi sulla compressione dei gas e dei liquidi e sui materiali diamagnetici, scoprì la piperina, un alcaloide presente nel pepe, e produsse per la prima volta l'alluminio.
https://www.museogalileo.it/images/i...to_oersted.pdf
Willoughby Smith
L’inglese Willoughby Smith (1828-1891), impiegato in una fabbrica chimica che lavorava la guttaperca, una gomma elastica naturale estratta da piante dell’Indonesia e che presentava buone proprietà isolanti dell’elettricità e buona resistenza all’acqua. Coprendo dei fili di rame con questa guttaperca la società di Smith fabbricò i primi cavi elettrici che potevano essere immersi nel mare, adatti quindi alle trasmissioni telegrafiche sottomarine; il primo, lungo 50 chilometri, collegò nel 1850 Dover in Inghilterra con Calais in Francia.
L’importante passo successivo fu fatto quando un cavo telegrafico ben più lungo fu steso fra la città di La Spezia, ancora nel Regno di Sardegna, con la Corsica e poi con la Sardegna e l’Africa settentrionale, unendo per la prima volta direttamente due continenti. I collegamenti intercontinentali continuarono nel 1858 con la posa del cavo telegrafico sottomarino che univa l’Irlanda con l’isola di Terranova nel Nord America. Nasceva la società moderna e la globalizzazione, mezzo secolo prima delle trasmissioni “senza fili” della radio di Marconi e un secolo prima delle trasmissioni con satelliti artificiali.
Ma i satelliti artificiali non sarebbero mai stati realizzati se Willoughby Smith non avesse fatto anche un’altra scoperta. Per le prove di isolamento, durante l’immersione dei cavi telegrafici sottomarini, Smith usò delle barrette di selenio metallico, considerato un cattivo conduttore dell’elettricità. Smith scoprì però che le proprietà elettriche del selenio variavano quando era tenuto al buio, rispetto a quando era esposto al Sole. Al buio le barrette di selenio non lasciavano passare l’elettricità e alla luce diventavano, sia pure limitatamente, conduttrici di elettricità.
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