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La stazione Radiotelegrafica Marconiana MF di Bari

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  • La stazione Radiotelegrafica Marconiana MF di Bari

    Il 3 agosto ricorre l’anniversario dell’inaugurazione, a Bari, della prima stazione radio-telegrafica marconiana della rete telegrafica italiana, avvenuta nell'oramai lontano 1904.
    Non per caso Marconi scelse la Terra di Bari per installare questo importante complesso trasmittente che diede inizio agli esperimenti italiani, la posizione geografica delle Puglie e la vicinanza con la regione Montenegrina presupponevano un ottima garanzia per la buona riuscita della campagna di ottimizzazione delle radiocomunicazioni marittime voluta dal Ministero della Marina Italiana.


    La foto ricordo scattata alla base dei due tralicci con struttura di legno rinforzato siti in zona S.Cataldo a Bari (vicino all'omonimo faro).

    Ho rispolverato con emozione ed orgoglio questo vecchio articolo del 1979, certo che potrà essere da catalizzatore al proseguimento dei nostri esperimenti radioamatoriali in banda 630m che dalla zona sette e non solo mantengono e rievocano i meriti del nostro padre e scienziato Guglielmo Marconi.







    - Il 3 agosto ricorre l’anniversario dell’inaugurazione, a Bari, della prima stazio*ne radio-telegrafica internazionale della rete italiana, avvenuta il 1904. L’importanza del notevole avvenimento richiamò nella nostra città le personalità più in vista del paese, oltre al ministro delle Poste e Telegrafi Stelluti-Scala. Lo stesso Marconi, reduce dalla Cornovaglia, dopo aver sperimentato felicemente il radio-collegamento fra Poldki e la località canadese di Table Head, sorvegliò i lavori di Bari per poi portarsi ad Antivari (Bar), in Montenegro, perché quell’altra stazione potesse essere efficiente per ricevere i messaggi dell’emittente barese. Il memorabile avvenimento stentò a cancellarsi nella mente dei nostri vecchi; essi sentiro*no che Bari era stata chiamata a ricoprire un significativo ruolo di testimone di una conqui*sta scientifica e civile di straordinaria rilevanza. La cittadinanza si mobilitò per preparare manifestazioni adeguate, recependo quanto un vistoso manifesto del Comune esortava i cit*tadini “ad accogliere con l’entusiasmo che merita il più grande scienziato del secolo”. Mar*coni giunse fra noi alle ore 8.52 del 25 luglio del 1904, accolto da numerosa folla e dai componenti la commissione per i festeggiamenti: Bavaro, Sbisà e Romanazzi, alloggiando all’Hotel Cavour al Corso, dirimpetto al monumento a N. Piccinni. Il giorno dopo si recò a San Cataldo dove, sulle svettanti torri di ferro, sventolavano le bandiere italiana e montenegrina. Accolto con tutti gli onori, ai rappresentanti della stampa giunti da ogni dove, dichiarò che non si trattava di un esperimento perché la stazione era funzionante e aggiunse che sa*rebbe partito qualche giorno dopo per Antivari con l’incrociatore Maurantonio Colonna onde assicurarsi del buon funzionamento delle attrezzature poste sull’altra sponda. Infine salpò dal litorale barese ma non gli fu possibile sbarcare ad Antivari, perché il trattato di Berlino non permetteva a nessuna nave (causa la guerra) di entrare in porto. Perciò il Colonna si fermò a Spitza in territorio austriaco, permettendo a Marconi di proseguire con mezzi propri per la sua destinazione. Il contrattempo e la preghiera di Nicola di Montenegro di far rimanere ad Antivari lo scienziato, impedirono poi a questi di presenziare a Bari all’importante cerimonia. Non gli ri*mase che lanciare un messaggio alla nostra stazione augurando il felice esito della manife*stazione e porgendo un fervido saluto alla cittadinanza e alle autorità. L’inventore tornò a Bari il giorno 4 accolto da numerosa folla, presenziando in serata a una rappresentazione di gala dell’Otello, data al Petruzzelli, dopo aver ricevuto onori e estimazione al Circolo Unione e al Circolo Barese. Marconi rimase commosso per le testimonianze affettuose dei nostri concittadini ed ebbe parole sentite di gratitudine verso chi aveva visto nascere un’era di civile progresso scientifico al quale l’apporto del ge*nio italico ha reso più prospere tante contrade. Non avendo saputo assimilare, come altri fecero, tutti i vantaggi di una applicazione pratica delle innumerevoli risorse che l’epoca delle scoperte e della tecnica mettevano a disposizione dell’umanità, ancora una volta gli italiani furono primi alla partenza e secondi all’arrivo.
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    Ultima modifica di IZ7PDX; 24-07-13, 11:02.
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    73 de Luigi
    IQ7GC - IJ7A - ID8/IQ8CS Team - JN80 MF-LF-VLF Club.
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