Re: Propagazione in banda 630m, osservazioni e riscontri.
Il domandare è la vergogna di un attimo, il non domandare è la vergogna di una vita (anonimo giapponese)
Detto ciò complimenti per il tuo lavoro professionale. Io mi occupo di link a 5 e 17 Ghz in ambito di reti IP, per lavoro. Per hobby, tutto ciò che irradia e riceve senza doverlo necessariamente realizzare.
La più bella spiegazione dell'efficienza d'antenna ( o d'aereo, detta old style) mai letta !
Io sono un fanatico sostenitore della teoria degli short monopoles per le bande basse, mi interesserebbe estendere questo discorso (anche alla ricezione) se e quando avrai tempo. Intanto, studio
Anche per te!
Originariamente inviato da i2vgo
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Detto ciò complimenti per il tuo lavoro professionale. Io mi occupo di link a 5 e 17 Ghz in ambito di reti IP, per lavoro. Per hobby, tutto ciò che irradia e riceve senza doverlo necessariamente realizzare.
Per conoscere l’ERP (che vedremo non serve a nulla. Infatti, non ha importato nulla, nella progettazione di impianti radio) devo sapere la potenza data all’antenna e il guadagno di antenna.
Per misurare la potenza devo sapere:
1) L’impedenza esatta di antenne che a causa che sono corte presentano impedenze elevate e capacitive (non ha neanche senso adattarle a 50 ohm)
2) Il guadagno dell’antenna è data dalla sua direttività meno le perdite. Più un’antenna è corta con più le perdite si fanno sentire essendo in serie alla R di irradiazione che diminuisce all'accorciarsi dell'antenna).
Fissato il guadagno dell’antenna di trasmissione, la potenza del segnale ricevuto in una determinata distanza da un’antenna ricevente è proporzionale solo al quadrato del valore di corrente (e non dalla potenza fornita) che scorre nell’antenna di trasmissione che per questi valori di lunghezze d’onda deve essere rigorosamente di polarizzazione verticale. Ovviamente sono sempre monopoli corti. I dati che contano sono due: corrente in antenna (capisci perché fu importante realizzare amperometri a termocoppia) ed il rapporto altezza reale (del monopolo) h/lambda oppure fornire i dati dell'antenna:tipo e dimensioni)
Con più accorcio l’antenna con più devo aumentare la corrente in antenna per riavere la stessa potenza ricevuta con l’antenna in Tx più lunga.
Per misurare la potenza devo sapere:
1) L’impedenza esatta di antenne che a causa che sono corte presentano impedenze elevate e capacitive (non ha neanche senso adattarle a 50 ohm)
2) Il guadagno dell’antenna è data dalla sua direttività meno le perdite. Più un’antenna è corta con più le perdite si fanno sentire essendo in serie alla R di irradiazione che diminuisce all'accorciarsi dell'antenna).
Fissato il guadagno dell’antenna di trasmissione, la potenza del segnale ricevuto in una determinata distanza da un’antenna ricevente è proporzionale solo al quadrato del valore di corrente (e non dalla potenza fornita) che scorre nell’antenna di trasmissione che per questi valori di lunghezze d’onda deve essere rigorosamente di polarizzazione verticale. Ovviamente sono sempre monopoli corti. I dati che contano sono due: corrente in antenna (capisci perché fu importante realizzare amperometri a termocoppia) ed il rapporto altezza reale (del monopolo) h/lambda oppure fornire i dati dell'antenna:tipo e dimensioni)
Con più accorcio l’antenna con più devo aumentare la corrente in antenna per riavere la stessa potenza ricevuta con l’antenna in Tx più lunga.
Io sono un fanatico sostenitore della teoria degli short monopoles per le bande basse, mi interesserebbe estendere questo discorso (anche alla ricezione) se e quando avrai tempo. Intanto, studio
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Gianfranco, I2VGO
Gianfranco, I2VGO
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