Beh, forse stando stretti . Non lo so davvero. Quando ho scritto che erano sbarcati in 9, l'ho scritto solo perché ho creduto alla loro parola e mi sono fidato.
Su facebook oggi è uscito un primo resoconto dettagliato delle difficoltà affrontate, tra cui il dormire all'aperto per le prime 3 notti, brrr..
"We activated Bouvet Island in extremely difficult conditions! Now that we leave Bouvet with mixed feelings, we also know that we did what we could to get Bouvet on the air.
Four members went ashore at Bouvet on 31 January in good conditions to set up the climbing route and install an unmanned zodiac rope system between a buoy and the beach, so that we could land equipment also in rough surf. During the day the surf increased, and the extraction of the team members was aborted, and we were thus stranded on Bouvet late in the evening. During 3 nights we slept outdoors under the open sky in cold and difficult conditions with little or no supplies. We prepared a simple emergency shelter on the island where we stayed (tarp). During the second day we got some supplies in a risky zodiac operation in high swell. We lost several objects in the surf and punctured the zodiac. The conditions on the beach were terrible. Due to the coming storm, we evacuated back to Marama on day 4.
Despite this, we decided to go ahead and scale down DXped. We could not fight against Bouvet, but had to adjust to the weather and go ashore when Bouvet allowed us. We called it "Picolite DXped" as pictures will show you we operated with 100W from a single tent, no chairs and no table, 60m coax, no amp, simple antennas, small generator etc. Our 2 Elecraft K3 radios were stacked on top of a bucket turned upside down, and we sat on the ground operating. All our wet clothes were dried outdoor on the rocks, and we had very limited heating. We went through a storm of 55 knots, but our tent had no problem with the windforce! The spiderpoles and the DX Engineering antennas also survived the storm w/o any issue.
We only took the equipment we needed, 620 kg in total including supplies. All our supplies to the island were via a rope attached to a buoy 100 meters from shore to beach. All objects were hooked to the line and floated to shore by team members pulling the rope. We named it the gym. The team members also went ashore in survival suits hooked to the line and floating to shore. What an experience!!
Radio Operation: Pileup was difficult as our signals were weak. We had good reception and very often we called 3 to 5 times to log a qso. Many DXers called us but couldn't hear us, how frustrating! We focused on fewer bands to maximize ATNO and looking at the stats we achieved 19,000 QSOs and 50% unique calls. And many dupes! Many are satisfied, but some are also disappointed by the performance of either the team or the DQRMers. We had issues with the FT8 due to we did not have any device to sync against, and our clock were 14 seconds off - which meant we at some time were TX odd, while we thought it was even.
As for Bouvet, there is no guarantee at all, whether you use two helicopters or zodiac! We could have wanted to make more contacts, but safety was and will always be more important than trying to push our limits in a risky environment. In the coming months, you will be invited to hear more of our stories at conventions and in articles.
(Full videos later)
73 Ken"
Fabrizio, Roma (solo SWL portatile nei parchi, ricevitori SDR Malahit DSP2 cinese, SDR Belka, Yaesu FT817 con modulo DSP BHI)
Il comunicato del Capoteam Ken LA7GIA va letto e tradotto correttamente e cosi' facendo si ha una comprensione di quanto sia successo piu' consapevole, spiega tutto quanto. I problemi li hanno avuti, come immaginavo, proprio all'inizio nella prima fase di approccio all'isola dove hanno veramente forato uno zodiac (dei 2 zodiac che avevano) in situazione di maltempo ed onde piu' alte del solito e perso del materiale "We lost several objects in the surf and punctured the zodiac." . Da li hanno deciso di scalare al ribasso "lite" dxpedition, ed avete visto il sistema via fune di trasporto dei contenitori impermeabili tenendo lo zodiac a 100 metri lontano dalla riva stesso sistema usato per sbarcare la parte di operatori che sono restati sull'isola nell'unica tenda poi realizzata, sbarcati aggrappati alla fune, a mollo nel mare, per un tratto di circa 100 metri. Ricordo che avevano nella stiva circa 7 tonnellate di materiali e ne hanno forzatamente preso solo poco piu' di 600kg, la capienza massima assieme al peso di qualche operatore su uno zodiac. Il piano iniziale che è presente nel loro sito e nel video di presentazione su youtube di KO8SCA, Adrian, prevedeva di montare 3 tende, una per dormire, una per operare per le radio ed una per "socialità - mangiare .... Una tenda sola per tutti e 13 i membri del team piu' radio non era probabilmente capiente oltre a richiedere maggiori scorte alimentari da trasferire sull'isola (il loro problema primario il trasferimento materiali nave - isola in quelle condizioni avverse) per cui alcuni operatori (pare n. 4) sono rimasti sul Marama e non sono mai sbarcati. Il testo pubblicato oggi da Ken ed i due video sono inequivocabili nel comprendere le difficoltà iniziali che hanno segnato le loro necessarie decisioni di scalare al ribasso le operazioni che dallo statistico su Clublog riporta un totale di 18.865 qso in circa 7 giorni, con stazioni e antenne minimali. Migliori 73.
Si, ho visto il video e ho pensato subito la stessa cosa, ossia che il problema è stato proprio il trasporto del materiale sull'isola all'inizio. Pensavo che se avessero potuto disporre del mini elicottero con cui qualcun altro sbarcò il materiale a suo tempo non avrebbero avuto problemi. Ma qualcuno ben ferrato in DX ... mi faceva notare che l'elicottero lo tenevano anche gli americani di una precedente spedizione che non tentarono neanche di sbarcare sull'isola e se ne tornarono senza fare neanche un QSO . E allora, Bouvet si conferma maledettamente difficile da raggiungere e poi da sbarcarci con il materiale. Ma il fondale del tratto di mare da cui provenivano gli operatori "anfibi" e il materiale galleggiante tirato con la fune è sabbioso o nasconde scogli, punte etc da non potercisi avvicinare con un adeguato gommone (più tosto però di uno zodiac) ? In fondo le onde e la risacca visti nel video non mi sono sembrati così impossibili. Mah, credo che staremo a discutere ancora per molto di questa spedizione. Che bello sarebbe se uno del team facesse capolino qui, al ritorno a casa, per essere intervistato per noi da qualcuno che parla bene l'inglese... Non faccio nomi, uno che vive sulle montagne....
Si Art, su youtube è sempre emozionante il video della spedizione 3Y5X che' stata quella di maggior successo e maggior numero di qso, li usarono un piccolo elicottero ed avevano anche un motoscafo "pesante" ed in tale occasione, merito di un ciclo solare al "top" li collegai in 10 metri SSB, oltre che in 15 metri SSB. Poi lavorai anche l'ex astronauta della Nasa Chuck Brady 3Y0C, a solo dxpedition a Bouvet, che resto' li per 3 mesi sull'isola, in 15 metri SSB. Mi mancava proprio il qso in CW ed è andata bene a questo giro nonostante l'impossibilità a seguirla nelle giornate lavorative in quanto ancora impegnato a tempo pieno con il lavoro, per cui sono soddisfatto comunque.
Tanti complimenti a te Arturo per il tuo qso in 10 metri CW (di qso in 10 metri CW 3Y0J ne hanno totalizzati soltanto 277) , che poi è apparso nel log, ed ovviamente anche tanti complimenti ad Helga per il suo qso in 15metri CW negli ultimi giorni ed ancora a tutti coloro che sono riusciti a collegare 3Y0J e comunque hanno seguito le loro vicende. Non parliamo poi di CML che di qso ne ha totalizzati ben ben sopra la media, tra cui quello "mitico" direi in 12 metri cw ove i qso fatti in tale banda da 3Y0J sono stati proprio una manciata, pochissimi (solo 170 in 12 metri CW)!
3Y5X dicembre 1989 - primi di gennaio 1990 (link a youtube cliccando sul nominativo) 3Y0C ed il link alla storia di questa spedizione un solo operatore N4BQW Chuck Brady (ex astronauta della NASA) Bouvet dic. 2000 sino a marzo 2001 3Y0C HISTORY
Dico la mia: è stato un miracolo( visti i filmati ) riuscire a fare quello che hanno fatto...
se avessero avuto l elicottero come Le spedizioni precedenti forse sarebbero li ancora a trasmettere al calduccio dentro la tenda....
Per mio conto rimane la soddisfazione di averli contattati in ft8(chi si accontenta gode).Le condizioni propagative erano in miglioramento nella giornata di Lunedì.Peccato non aver avuto l ' occasione in fonia.
Sono curioso di sapere perché hanno fatto queste scelte.... Budget limitato?anche lo zodiac bucato...in commercio ci sono i modelli con carena rinforzata....il fondale lavico non perdona....
Speriamo facciano una bella conferenza stampa.
73
se avessero avuto l elicottero come Le spedizioni precedenti forse sarebbero li ancora a trasmettere al calduccio dentro la tenda....
Certezze ce ne sono poco, la spedizione 3Y0Z del 2018, mai svoltasi ahimè, fallì proprio perchè i piloti si rifiutarono di volare con quelle che definivano condizioni meteo non sicure, nonostante il team degli OM
abbia dichiarato altresì, e ci si stato anche un contenzioso in tal senso, ma tant'è... allora si potrebbe citare 3Y5X del 1989-90, che usò proprio un piccolo elicottero, ma mi ricorda chi è nel settore, che le regole
di volo sono cambiate drasticamente per "migliorare" la sicurezza, con l'effetto di rendere sempre più difficili certe imprese.
Ricordiamoci che, in ogni caso, si tratta di piccoli elicotteri, e non di roba da search e rescue della Marina ecco.. con tanti limiti di carico e condizioni di volo.
Tutte le volte che sentiamo che una norma è stata inasprita per la "nostra sicurezza", ricordiamoci che questo ha un costo, sia economico sia di opportunità, non dico che non sia giusto farlo, ma che non è gratis ecco.
Altresì è evidente, che qualcosa è andato storto nella esecuzione del piano che 3Y0J aveva pensato, lo sbarco era previsto che fosse così... con gommoni, senza elicotteri, e la quantità di materiale
era nota ovviamente... forse un gommone si è rotto, forse altro, vedremo cosa ci dicono al rientro.
Esatto Henry (IZ5CML), nella foto sopra con bandiera ve ne sono 7 di operatori ripresi + probabilmente colui che ha scattato la foto fa 8, 4 sono restati sul Marama erano 12 gli operatori in tutto + una tredicesima persona non radioamatore esperto di riprese video per realizzare il video della spedizione.
Per quanto riguarda la consistenza degli zodiac c'è l'informazione specifica nel sito web della spedizione, sono stati acquistati nuovi per l'occasione ed hanno 6 comparti camere d'aria, di qualità militare poi non so... Per l'elicottero quello non era possibile con la scelta fatta dal team per l'imbarcazione Marama non credo proprio progettata ne attrezzata come porta elicotteri (ed il costo sarebbe stato mooolto superiore al budget disponibile)
Concordo pienamente IU1IMC che come si sono messe le cose la hanno fatto miracoli a resistere una settimana e fare oltre 18mila qso.
Concordo con Henry sono le stesse parole scritte dal co team leader KEN LA7GIA che quando sei a Bouvet zodiac o elicotteri, per sbarcare materiali e persone, non sai mai come possono mettersi (male) le cose (condizioni metereologiche) e rovinare i piani.
Tenete presente che lo sbarco a mollo nell'acqua di cose e persone aggrappati alla fune ancorata in riva a Bouvet is. è una procedura (alternativa allo sbarco diretto con gli zodiac pericolosa perchè a rischio forature e perdita di materiali) che era proprio stata testata dal team in Norvegia ed erano attrezzati per usarla.
Il fattore determinante è stato quando si è bucato lo zodiac. Un fatto non previsto, perché dalle foto si vede un buon tratto sabbioso senza scogli apparenti, ma evidentemente ce n'era qualcuno sommerso che ha rovinato i piani. A quel punto hanno fatto di tutto per non bucare l'unico zodiac rimasto e lo hanno ancorato a 100 metri dalla riva, portando a nuoto l'attrezzatura e limitando fortemente il materiale trasportabile. Peccato per quello che poteva essere e non è stato. Se avessero detto dall'inizio che l'obiettivo era stare una settimana con 2 stazioni senza lineari e con antenne di fortuna, puntando a fare 20.000 QSO, ora sarebbero tutti contenti
Fabrizio, Roma (solo SWL portatile nei parchi, ricevitori SDR Malahit DSP2 cinese, SDR Belka, Yaesu FT817 con modulo DSP BHI)
Per gli intrepidi che hanno viaggiato fino all'Isola di Bouvet :
"Non sono le critiche che contano,
né la persona che fa notare come inciampano i forti,
o come i fautori delle azioni avrebbero potuto fare meglio.
Il merito appartiene a colui il quale è in prima persona nell'arena,
a colui il cui volto è segnato dalla polvere, dal sudore e dal sangue;
a colui che si batte valorosamente, a colui che sbaglia,
a colui il quale fallisce e viene meno ancora ed ancora,
perchè non esiste sforzo senza errore o fallimento;
a colui il quale combatte per un obiettivo,
a colui che conosce un grande entusiasmo ed una grande devozione,
a colui che si spende per una degna causa,
a colui il quale esprime il meglio di sé per il trionfo di un grande traguardo,
e a colui il quale nell'ora più buia fallisce, ma almeno ha audacemente tentato,
in modo tale che il suo posto non potrà mai essere
con quelle fredde e timide anime
che non hanno mai conosciuto
né la vittoria,
né la sconfitta."
Come dice BMP l' aver bucato il primo gommone ha cambiato le carte in tavola.Se avessero bucato anche il secondo come tornavano sul Marama?
Con gli accadimenti che hanno avuto è stato un miracolo l esser riusciti ad attivare Bouvet.
Tanti delusi? Speriamo sia di incentivo a riprovarci a breve!!
Per chi non fosse su facebook , giro qui, tradotta in italiano, la narrazione pubblicata da Dave WD5COV, uno del team 3Y0J:
"Storia di Bouvet, parte 1
Le spedizioni verso remote isole ghiacciate come Bouvet 3Y0J sono estremamente pericolose. Bouvet sembra essere l'isola più remota del pianeta. Sono di più le persone che hanno volato nello Spazio che quelle che hanno messo piede su Bouvet. Il 31 gennaio 2023 io e altri tre siamo sbarcati sull'isola. La nostra missione era quella di mettere in sicurezza il nostro percorso sul ghiacciaio fino al nostro campo base e installare un sistema di boe e funi per portare a terra l'attrezzatura. Ognuno di noi ha portato sull'isola solo una piccola borsa con guanti, calze e alcuni oggetti personali . Nessun grosso problema in quel momento perché la successiva corsa dello Zodiac ci avrebbe portato i nostri rifornimenti essenziali. Improvvisamente il mare divenne molto violento e agitato. Non c'era modo di procurarsi altra attrezzatura sull'isola. Sono stati fatti diversi tentativi, ma le condizioni erano pericolose per la vita del gruppo del (primo) Zodiac e la missione di rifornimento è stata interrotta. Ora ci trovavamo di fronte al fatto che dovevamo passare la notte sull'isola Bouvet senza alcun riparo, attrezzatura extra per il freddo o sacchi a pelo. Il resto della squadra era al sicuro a bordo del Marama, ma era preoccupato per la nostra incolumità Ci riparammo in fondo a uno stretto burrone che offriva un po' di riparo dal vento. Abbiamo usato i nostri stivaloni e la corda della nostra attrezzatura da arrampicata per fornire un po' di isolamento dal terreno freddo e umido. Abbiamo impilato le borse dell'attrezzatura da arrampicata e le nostre piccole borse personali attraverso il burrone per fornire un po' di protezione dal vento. Infine abbiamo schierato le nostre due coperte di emergenza su cui sdraiarci. Poi ci siamo accovacciati per la lunga notte fredda. Faceva tremare le ossa, era freddo e scomodo, ma siamo sopravvissuti alla notte come probabilmente le uniche persone a dormire sotto le stelle a Bouvet. In realtà nessuno di noi dormiva molto, ci appisolavamo solo per essere svegliati dal freddo.
Storia di Bouvet - parte 2
Il secondo giorno finalmente è arrivato ed è stato bello vedere spazi di cielo azzurro tra tutte le nuvole. Eravamo tutti esausti e infreddoliti, ma il giorno più duro della mia vita mi attendeva ancora. Mentre il resto del team a bordo del Marama era impegnato a preparare il nostro Zodiac, il che ha richiesto molto lavoro, abbiamo avuto il tempo di esplorare Cape Fie. Questo minuscolo frammento di terra accanto all'enorme ghiacciaio che copriva circa il 95% dell'isola era un terreno molto accidentato. C'era una piccola colonia di pinguini vicino al bordo della scogliera con specie Chinstrap, Gentoo e Emperor che vivevano insieme. Erano divertenti da guardare e fotografare. Abbiamo ispezionato l'area e trovato una posizione semipiana per erigere la tenda, e abbiamo scelto alcuni luoghi dove speravamo di installare le antenne. Abbiamo anche trovato una buona posizione per installare il sistema di argano per portare l'attrezzatura dalla spiaggia fino all'area del campo base. Mentre aspettavamo, è apparso il sole e ci siamo ritrovati a fare un pisolino di cui avevamo bisogno. Una volta che lo Zodiac fosse pronto, il team di Marama avrebbe comunicato con noi alla radio VHF e avremmo coordinato il piano. Questa è stata un'operazione rischiosa nel tentativo di far approdare lo Zodiac, ma per sopravvivere avevamo bisogno degli elementi essenziali di base come cibo, acqua, le nostre borse con l'attrezzatura per il freddo, i sacchi a pelo e la tenda. Il mare era di nuovo agitato con grandi onde. Questa sarebbe stata una lotta. L'equipaggio di Marama ha fatto un lavoro incredibile procurandoci una linea sulla spiaggia. Charles era un abile e coraggioso pilota dello Zodiac. Indossavamo i nostri stivaloni nel tentativo di rimanere asciutti, ma il moto ondoso era alto con onde che si precipitavano sulla spiaggia fino al ghiacciaio. Il team su Marama ha caricato lo Zodiac e ha fissato tutta l'attrezzatura. Successivamente, l'equipaggio di Marama avrebbe usato uno degli Zodiac della barca per rimorchiare il nostro Zodiac fino alla boa e attaccarlo alla lenza in modo da poterlo tirare a riva. Con l'enorme surf e le alte onde, questo avrebbe messo alla prova la nostra capacità al limite e oltre.
La lotta è iniziata. Noi quattro sulla spiaggia abbiamo ripassato la procedura che avevamo programmato. Dovevamo inserire lo Zodiac e ancorare le linee. Quindi scaricare l'attrezzatura e fissarla sul bordo del ghiacciaio. Mentre lo Zodiac si avvicinava alla spiaggia, stavamo combattendo contro il moto ondoso e il peso dello Zodiac carico di tutta l'attrezzatura. Questo è stato incredibilmente difficile e pericoloso. Dovevamo trovare il momento giusto, ma Bouvet aveva piani diversi. Una volta approdato lo Zodiac sulla spiaggia, abbiamo dovuto tenerlo fermo e allo stesso tempo slegare le cinghie e le corde che fissavano l'attrezzatura. Le onde continuavano ad arrivare e c'era poco tempo per farlo. Mentre combattevamo, l'onda successiva colpiva e trascinava lo Zodiac di nuovo in mare. Lo avremmo riportato sulla spiaggia e assicurato le ancore solo per fare in modo che l'onda successiva riportasse le ancore e lo Zodiac in mare. Questa è diventata una guerra in corso e durante il combattimento siamo stati tutti trascinati in mare più volte. Alla fine siamo riusciti a usare un coltello per staccare l'attrezzatura e riporla vicino al ghiacciaio. Poi è arrivata l'onda successiva. Vediamo i nostri sacchi di attrezzatura per il freddo e sacchi a pelo che vengono portati in mare. Nessuna scelta, lasciare andare lo Zodiac e provare ad afferrare le nostre borse vicino al prossimo frangente. Siamo stati fortunati e li abbiamo salvati. Abbiamo trovato una sporgenza sul ghiacciaio per metterli in sicurezza in modo che la marea non potesse afferrarli e riportarli in mare. La lotta si intensificò. L'onda successiva è arrivata e ora lo Zodiac si è riempito d'acqua. L'onda successiva ha tirato indietro lo Zodiac sopra l'ancora e abbiamo sentito la rottura. Abbiamo tutti scavato in profondità e combattuto duramente. Questa era una battaglia che eravamo determinati a vincere. Fissiamo più volte le ancore assicurandole con enormi massi. Il moto ondoso era intenso. Abbiamo usato il sacco di pali che pesava 100 libbre e enormi rocce insieme a noi per tirare la lenza, ma il mare si è appena lanciato e ha portato via le ancore e lo Zodiac. La lotta sembrava durare ore e ore. Alla fine, con la maggior parte dell'attrezzatura fissata sulla cengia del ghiacciaio, ci siamo concentrati sulla messa in sicurezza dello Zodiac. Ormai eravamo esausti, infreddoliti e bagnati. Sempre combattendo le onde siamo finalmente riusciti a trascinare lo Zodiac fino al bordo dei ghiacciai. Poi è arrivata un'onda enorme e noi quattro abbiamo tenuto lo Zodiac con tutte le nostre forze. Nel caos potevamo solo guardare mentre il mare reclamava la nostra tenda e il sacco di pali spazzati via in un batter d'occhio. Se n'erano andati per sempre. Dalla nostra attrezzatura da arrampicata abbiamo usato tre grandi pali conficcati in profondità nella spiaggia e abbiamo fissato lo Zodiac in posizione. Quindi abbiamo finalmente fissato gli ancoraggi della linea di loop. Adesso era giunto il momento di trasportare la nostra attrezzatura fino al burrone dove avevamo dormito la notte prima. Ci siamo cambiati con dei vestiti asciutti e abbiamo mangiato un boccone.
Quando ho preparato la mia attrezzatura per questa Dxpedition, ho incluso una piccola tenda per due persone nel mio borsone. Non certificato per Bouvet, ma abbastanza buono da tenerci al riparo dal vento e dalla pioggia. Abbiamo scavato l'area in fondo al burrone e montato la tenda. Con i nostri materassi ad aria e sacchi a pelo, tre di noi sono saliti e ci siamo goduti una calda notte di sonno. Ken, anche lui intraprendente, ha preparato un telo ed ha eretto un bel riparo che lo ha tenuto asciutto e caldo. Questa esperienza ci ha detto quanto sarebbe stato difficile attivare Bouvet.
Storia di Bouvet - parte 3
La fauna selvatica di Bouvet è composta da foche, pinguini e altre specie di uccelli. La spiaggia di Cape Fie era occupata da un certo numero di foche orsine. Sono abbastanza territoriali e se ci arrivi da vicino mostravano zanne e denti come monito a stare alla larga. Se dovessi avvicinarti, ti inseguirebbero e cercherebbero di morderti. Quando il primo giorno raggiunse il tramonto e il tentativo di rifornimento fu interrotto a causa del mare agitato, stavamo camminando lungo la spiaggia verso la scala per fare la breve salita fino al ghiacciaio. Non c'era molta luce e avevo il cappuccio del parka tirato su. Mike AB5EB era qualche passo avanti a me e guardando indietro, ha urlato "Dave". Sapevo all'istante di correre verso di lui mentre una foca stava per avere una parte di me per cena! Mi lanciai in avanti facendo tre passi cadendo sull'ultimo, ma evitai la bestia. Abbiamo riso tutti. Il secondo giorno dopo la nostra lotta con le onde e le onde alte che hanno assicurato lo Zodiac e impostato la linea del loop, eravamo felici di avere la nostra attrezzatura e la possibilità di riposare. Più tardi nel pomeriggio, la squadra su Marama ha preparato due barili con rifornimenti aggiuntivi e un contenitore d'acqua. Un barile conteneva quattro tute di sopravvivenza e la pompa dell'aria per lo Zodiac. L'altro barile conteneva frutta secca con noccioline, barrette proteiche, panini, alcune arance, thermos di tè caldo, quattro coca cola, uova sode e altri oggetti vari. L'equipaggio di Marama li ha portati alla boa e li ha attaccati alla lenza. I barili erano a tenuta d'aria e galleggiavano bene. Li abbiamo tirati a riva e li abbiamo immediatamente portati via dalla spiaggia e sul ghiacciaio. Eravamo tutti esausti e affamati. Abbiamo mangiato i panini e le uova innaffiando il tutto con le lattine di coca cola seguite dalle arance. Abbiamo stivato i barili e portato l'acqua, le barre di proteine, la frutta secca con noccioline nel burrone dove ci siamo accampati. Era giunto il momento di calcolare quante calorie avevamo e quanto sarebbero durate le scorte. Eravamo pronti per alcuni giorni. Il resto della giornata abbiamo sciacquato i nostri vestiti bagnati nel torrente del ghiacciaio per far uscire l'acqua salata e metterli ad asciugare sulle rocce. Il terzo giorno ci siamo svegliati tutti presto. Volevamo controllare le onde e vedere se lo Zodiac fosse ancora sulla spiaggia. Fortunatamente lo Zodiac era ancora lì, ma le ancore che reggevano le cime erano state spazzate via dal mare. Abbiamo potuto vedere la corda che galleggiava nell'acqua.
Avevamo un kit di toppe e una pompa ad aria per riparare il buco nello Zodiac. C'era uno strappo lungo circa dieci centimetri. Abbiamo formato un piano in modo da poter eseguire la riparazione in sicurezza rimanendo all'asciutto. Ognuno di noi indossava le proprie tute di sopravvivenza mentre era in spiaggia. La spiaggia era sgombra, non c'erano foche con cui combattere. Dopo aver asciugato l'area attorno allo strappo, abbiamo installato il cerotto e gonfiato lo Zodiac. La riparazione è stata un successo. Oggi non ci sarebbe alcun tentativo di far atterrare più equipaggiamento. Le condizioni non lo permetterebbero. Abbiamo trascorso il resto della giornata ad asciugare altri vestiti ed esplorare Cape Fie. Frutta secca con noccioline, barrette proteiche e acqua nel menu. Saremmo in grado di lasciare l'isola e formulare una nuova strategia? Questo era ciò a cui stavamo pensando e discutendo tra di noi. Il quarto giorno il moto ondoso è stato gestibile. Abbiamo chiamato Marama e abbiamo chiesto loro di provare un approdo sulla spiaggia con lo Zodiac per riportarci a Marama uno alla volta. Sono stato il primo ad andare. Ho indossato gli stivaloni nel tentativo di rimanere asciutto. Quando lo Zodiac si è arenato, abbiamo dovuto girarlo e aspettare il momento migliore per partire. Ovviamente sono stato travolto dall'onda che si infrangeva e l'acqua di mare è entrata nei miei stivaloni bagnandomi i vestiti. Sembra che tu non possa mai prenderti una pausa. Sono tornato a Marama con i membri del team che mi hanno offerto assistenza. Sapevano che avevamo attraversato un inferno ed è stata una bella sensazione che i miei compagni di squadra e l'equipaggio di Marama fossero lì per noi. I restanti tre sono stati tutti restituiti a Marama ma in tute di sopravvivenza dopo aver visto come mi sono inzuppato. Avevamo ancora intenzione di attivare Bouvet, non ci arrendevamo.
Dopo essere rimasti bloccati per 4 giorni su Bouvet, abbiamo deciso che la DXpedition doveva essere ridimensionata. Avevamo bisogno di adattarci al WX di Bouvet e andare a terra quando Bouvet ci ha permesso durante le brevi finestre di WX che si sono verificate. 2 giorni dopo siamo andati a terra con una quantità minima di attrezzatura: 2 radio, 2 PSU, 2 computer, una tenda, 5 antenne, 60 m coassiali, 50 litri di benzina e un generatore, nessun amplificatore + forniture essenziali per sopravvivere."
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