Inoltriamo agli amici della community questo interessante articolo pubblicato da Andrea I0ADY sul newsgroup Usenet it.hobby.radioamatori.moderato
Rispondendo alla e-mail di un collega Radioamatore che mi chiedeva idee
circa la realizzazione di un suo RTX QRP mi e' venuto in mente di
consigliargli, per la commutazione fra RX e TX, una vecchia idea vista e
utilizzata tanti anni fa.
Come sempre in questi casi la funzione si ottiene con dei diodi e di
soluzioni abbastanza simili fra loro se ne sono viste tante, questa
particolare disposizione mi e' sempre stata particolarmente simpatica e
ho pensato che potesse interessare qualcuno
/(pessimismo ON)
ma ci sono ancora i Radioamatori? quelli il cui interesse principale
non e' rivolto all'uso della Radio ma alla Radio stessa?
/(pessimismo OFF)
La spiegazione e' molto semplice:
In trasmissione i diodi D1-2 sono polarizzati dalla RF e possono essere
visti come un corto circuito quindi la RF proveniente dal TX raggiunge
l'antenna senza ostacoli.
Saranno visti come un cortocircuito anche i diodi D3-4 quindi la RF dal
TX trovera' sul suo percorso un circuito risonante in parallelo formato
da L e C1 (che dovra' essere sintonizzato sulla frequenza di lavoro).
Un circuito risonante in parallelo alla frequenza di risonanza ha una
impedenza alta e di molti ordini superiore a quella dei circuiti in
ingresso dell'RX quindi si comporta da arresto e impedisce il passaggio
della RF.
I due diodi D5-6 infine, costituiscono a loro volta un corto circuito
verso massa e annullano quel poco di RF che sara' passata da L + C1
In ricezione nessun diodo e' polarizzato quindi si comportano tutti come
resistenze di valore molto alto, in pratica un circuito aperto perche'
presentano una impedenza molto superiore a quella d'antenna e del
ricevitore.
L e C2 (a loro volta tarati sulla frequenza di lavoro) costituiscono un
circuito risonante in serie (in un circuito in serie alla frequenza di
lavoro l'impedenza e' molto bassa, praticamente nulla) quindi il segnale
passa senza ostacoli verso il ricevitore
Componenti:
La potenza manipolabile dal circuito dipende, ovviamente, dai diodi.
Normali piccoli elementi al Si per commutazione, decentemente veloci
come gli onnipresenti !N914 (e simili) o 1N 4148 (e simili) sono gia' in
grado di manipolare un buon Watt, si puo' salire scegliendo
opportunamente i dispositivi da usare: ancora una decina di Watt possono
essere tranquillamente manipolati con diodi comuni e di basso prezzo. Ho
letto di realizzazioni simili in HF fatte con diodi raddrizzatori tipo
1N4xxx ma non ho mai provato personalmente.
Volendo salire di frequenza comincia a diventare importante la capacita'
propria dei diodi ma ancora in due metri e per potenze di alcuni Watt
andranno benissimo i soliti vecchi BA136 o equivalenti piu' moderni.
La bobina L e' bene che abbia un Q alto quindi non deve essere troppo
minuscola e non deve avere nucleo.
C1 e C2 sono formati da un fisso ceramico in parallelo a un compensatore
per la taratura
di seguito lo schemino
poi il commutatore visto in ricezione
e in tramissione.
Buon lavoro
Andrea I0ADY
Rispondendo alla e-mail di un collega Radioamatore che mi chiedeva idee
circa la realizzazione di un suo RTX QRP mi e' venuto in mente di
consigliargli, per la commutazione fra RX e TX, una vecchia idea vista e
utilizzata tanti anni fa.
Come sempre in questi casi la funzione si ottiene con dei diodi e di
soluzioni abbastanza simili fra loro se ne sono viste tante, questa
particolare disposizione mi e' sempre stata particolarmente simpatica e
ho pensato che potesse interessare qualcuno
/(pessimismo ON)
ma ci sono ancora i Radioamatori? quelli il cui interesse principale
non e' rivolto all'uso della Radio ma alla Radio stessa?
/(pessimismo OFF)
La spiegazione e' molto semplice:
In trasmissione i diodi D1-2 sono polarizzati dalla RF e possono essere
visti come un corto circuito quindi la RF proveniente dal TX raggiunge
l'antenna senza ostacoli.
Saranno visti come un cortocircuito anche i diodi D3-4 quindi la RF dal
TX trovera' sul suo percorso un circuito risonante in parallelo formato
da L e C1 (che dovra' essere sintonizzato sulla frequenza di lavoro).
Un circuito risonante in parallelo alla frequenza di risonanza ha una
impedenza alta e di molti ordini superiore a quella dei circuiti in
ingresso dell'RX quindi si comporta da arresto e impedisce il passaggio
della RF.
I due diodi D5-6 infine, costituiscono a loro volta un corto circuito
verso massa e annullano quel poco di RF che sara' passata da L + C1
In ricezione nessun diodo e' polarizzato quindi si comportano tutti come
resistenze di valore molto alto, in pratica un circuito aperto perche'
presentano una impedenza molto superiore a quella d'antenna e del
ricevitore.
L e C2 (a loro volta tarati sulla frequenza di lavoro) costituiscono un
circuito risonante in serie (in un circuito in serie alla frequenza di
lavoro l'impedenza e' molto bassa, praticamente nulla) quindi il segnale
passa senza ostacoli verso il ricevitore
Componenti:
La potenza manipolabile dal circuito dipende, ovviamente, dai diodi.
Normali piccoli elementi al Si per commutazione, decentemente veloci
come gli onnipresenti !N914 (e simili) o 1N 4148 (e simili) sono gia' in
grado di manipolare un buon Watt, si puo' salire scegliendo
opportunamente i dispositivi da usare: ancora una decina di Watt possono
essere tranquillamente manipolati con diodi comuni e di basso prezzo. Ho
letto di realizzazioni simili in HF fatte con diodi raddrizzatori tipo
1N4xxx ma non ho mai provato personalmente.
Volendo salire di frequenza comincia a diventare importante la capacita'
propria dei diodi ma ancora in due metri e per potenze di alcuni Watt
andranno benissimo i soliti vecchi BA136 o equivalenti piu' moderni.
La bobina L e' bene che abbia un Q alto quindi non deve essere troppo
minuscola e non deve avere nucleo.
C1 e C2 sono formati da un fisso ceramico in parallelo a un compensatore
per la taratura
di seguito lo schemino
poi il commutatore visto in ricezione
e in tramissione.
Buon lavoro
Andrea I0ADY