Dalla lettura dei post del caro Gianfranco I2VGO, mi sembrava un pò riduttivo parlare di SDR con post di così alto contenuto tecnico in coda a un thread che parla di un'apparecchiatura commerciale, per di più ad architettura chiusa, dove null'altro si può fare se non aspettare le "misure".
Leggendo i vari post, è proprio l'argomento "misura" che mi ha fatto riflettere: come si può pensare di misurare, di "bancare" un SDR con gli attuali parametri di misura ? Da profano e ignorante in materia, leggendo i vari I4LEC, IW7DMH, IV3NWV, ma anche le chiacchierate via mail con Cesare IW3MUR, e soprattutto dopo i post di I2VGO, ho una sola certezza: essendo un modo totalmente nuovo di reinventare la radio, anche l'approccio alle stesse come giudizio e come utilizzo dev'essere altrettanto nuovo.
Ora ok, icom ha gettato il sasso del "SDR for the masses", ma - occhio a questo ma - come l'utilizzo di apparati valvolari e relativo utilizzo e costruzione presupponeva A PRESCINDERE la conoscenza di determinate specializzazioni dell'elettronica, così come l'avvento del germanio prima e silicio poi ha costretto i maghi dell'anodica a rivedere i parametri dei loro progetti obbligandoli a ristudiare, anche le SDR non sfuggono a questa regola.
Ho letto tante lamentele in giro, una per tutte "per usare un SDR devi essere un mago del computer, ma noi siamo radioamatori mica sistemisti!" Si signori, per usare una SDR BISOGNA conoscere alla perfezione il proprio sistema operativo, avere conoscenze di LAN, networking e routing, e non guasta anche la conoscenza dei protocolli di interfacciamento più comuni (USB e firewire) e loro funzionamento !
Se non l'avete capito, l'SDR è il mixer bilanciato che fece la transizione tra AM e SSB. Ed esiste un nuovo popolo dei mau mau, il popolo dei bit e jitter.
Pochi coraggiosi, pionieri della tecnologia, sono riusciti a scrivere qualche rigo importante nella storia della radio da Marconi ad oggi. Per nostro orgoglio, la maggior parte sono Italiani. Il mio ringraziamento va senz'altro a Nico IV3NWV e al suo team per avermi fatto tornare bambino per una notte: fino alle 6 del mattino ad ascoltare le stazioni AM USA (in AM stereo ) quando aprì al pubblico la versione "server" del Perseus. E' stata una cosa indimenticabile. Poi a I2PHD, Alberto, per aver scritto WINRAD e aver messo a disposizioni i sorgenti del programma, oltre ad aver realizzato ARGO e SPECTRAN, suoi software che gli appassionati di "weak signals" conoscono benissimo.
A proposito di Alberto, allego qui una sua introduzione al mondo SDR risalente se non erro al 2010, che spiega molto e bene. Se Gianfranco VGO, al quale ho spiegato come allegare qui sul forum files, allegherà il PDF di Nico e Cesare risalente al 2000, sarà ancora più dettagliato e vi farà capire quanto si era avanti e quanto in 15 anni si voglia ancora rimanere indietro.
Spero che il post abbia un seguito, penso che i radioamatori debbano sempre essere "the state of the art", non per lo shack ma per le proprie conoscenze e condivisioni.
E non fate i timidi, io ho la matematica del liceo classico e non mi vergogno a chiedere di spiegarmi cosa fa un integrale perchè non ho capito una fava
I2PHD - Introduzione SDR.pdf
Leggendo i vari post, è proprio l'argomento "misura" che mi ha fatto riflettere: come si può pensare di misurare, di "bancare" un SDR con gli attuali parametri di misura ? Da profano e ignorante in materia, leggendo i vari I4LEC, IW7DMH, IV3NWV, ma anche le chiacchierate via mail con Cesare IW3MUR, e soprattutto dopo i post di I2VGO, ho una sola certezza: essendo un modo totalmente nuovo di reinventare la radio, anche l'approccio alle stesse come giudizio e come utilizzo dev'essere altrettanto nuovo.
Ora ok, icom ha gettato il sasso del "SDR for the masses", ma - occhio a questo ma - come l'utilizzo di apparati valvolari e relativo utilizzo e costruzione presupponeva A PRESCINDERE la conoscenza di determinate specializzazioni dell'elettronica, così come l'avvento del germanio prima e silicio poi ha costretto i maghi dell'anodica a rivedere i parametri dei loro progetti obbligandoli a ristudiare, anche le SDR non sfuggono a questa regola.
Ho letto tante lamentele in giro, una per tutte "per usare un SDR devi essere un mago del computer, ma noi siamo radioamatori mica sistemisti!" Si signori, per usare una SDR BISOGNA conoscere alla perfezione il proprio sistema operativo, avere conoscenze di LAN, networking e routing, e non guasta anche la conoscenza dei protocolli di interfacciamento più comuni (USB e firewire) e loro funzionamento !
Se non l'avete capito, l'SDR è il mixer bilanciato che fece la transizione tra AM e SSB. Ed esiste un nuovo popolo dei mau mau, il popolo dei bit e jitter.
Pochi coraggiosi, pionieri della tecnologia, sono riusciti a scrivere qualche rigo importante nella storia della radio da Marconi ad oggi. Per nostro orgoglio, la maggior parte sono Italiani. Il mio ringraziamento va senz'altro a Nico IV3NWV e al suo team per avermi fatto tornare bambino per una notte: fino alle 6 del mattino ad ascoltare le stazioni AM USA (in AM stereo ) quando aprì al pubblico la versione "server" del Perseus. E' stata una cosa indimenticabile. Poi a I2PHD, Alberto, per aver scritto WINRAD e aver messo a disposizioni i sorgenti del programma, oltre ad aver realizzato ARGO e SPECTRAN, suoi software che gli appassionati di "weak signals" conoscono benissimo.
A proposito di Alberto, allego qui una sua introduzione al mondo SDR risalente se non erro al 2010, che spiega molto e bene. Se Gianfranco VGO, al quale ho spiegato come allegare qui sul forum files, allegherà il PDF di Nico e Cesare risalente al 2000, sarà ancora più dettagliato e vi farà capire quanto si era avanti e quanto in 15 anni si voglia ancora rimanere indietro.
Spero che il post abbia un seguito, penso che i radioamatori debbano sempre essere "the state of the art", non per lo shack ma per le proprie conoscenze e condivisioni.
E non fate i timidi, io ho la matematica del liceo classico e non mi vergogno a chiedere di spiegarmi cosa fa un integrale perchè non ho capito una fava
I2PHD - Introduzione SDR.pdf
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