Ciao a tutti.
Ho cercato di studiare il funzionamento teorico di un trasf. di imp. con bacchetta di ferrite, per esempio un un-un 4:1.
Supponiamo di costruire questo arnese con 10 + 10 spire su bacchetta di ferrite di circa 10 cm in modo che da una estremità colleghiamo l'antenna, nell'altra la massa e al centro dell'avvolgimento complessivo (in tutto 20 spire) colleghiamo il tx. In pratica un autotrasformatore.
Facendo i conti con le formuline del trasformatore, scomodando il rapporto di trasformazione, otteniamo che l'impedenza vista dal tx risulta, in questo caso, 1/4 di quella dell'antenna. Fin qui tutto bene.
Mi chiedo:
1) visto che alle varie bande, per esempio per un'antenna multibanda, l'impedenza dell'antenna risulta sia capacitiva che induttiva, verrà divisa per 4 sia la parte reale che quella immaginaria. Giusto?
2) l'autotrasformatore deve essere costruito in modo che il flusso complessivo all'interno del nucleo sia nullo (bobine in controfase) ed inoltre in modo che esso risulti non-risonante alle frequenza di interesse in modo da avere una risposta piatta e quindi ottenere una banda molto ampia. Giusto?
3) la reattanza equivalente alle varie frequenze dell'autotrasf. (che, proprio perchè non deve risuonare risulta molto elevata) si trova in serie all'impedenza dell'antenna necessariamente. Giusto?
4) come si concilia il fatto che da un lato ci fornisce 1/4 dell'impedenza dell'antenna e dall'altro mi aumenta enormemente la reattanza induttiva in serie all'antenna?
5) E se cambio il numero di spire, pur rimanendo simmetrico (15+15 oppure 118+18 spire, etc.) e quindi conservando il rapporto 4:1, cosa cambia? La reattanza complessiva in serie all'antenna, suppongo.
Per ora mi fermo qui e, in attesa di un vostro commento, anche dal punto di vista matematico, vi saluto cordialmente e rimango in...ascolto!
Giuseppe IT9AET
Ho cercato di studiare il funzionamento teorico di un trasf. di imp. con bacchetta di ferrite, per esempio un un-un 4:1.
Supponiamo di costruire questo arnese con 10 + 10 spire su bacchetta di ferrite di circa 10 cm in modo che da una estremità colleghiamo l'antenna, nell'altra la massa e al centro dell'avvolgimento complessivo (in tutto 20 spire) colleghiamo il tx. In pratica un autotrasformatore.
Facendo i conti con le formuline del trasformatore, scomodando il rapporto di trasformazione, otteniamo che l'impedenza vista dal tx risulta, in questo caso, 1/4 di quella dell'antenna. Fin qui tutto bene.
Mi chiedo:
1) visto che alle varie bande, per esempio per un'antenna multibanda, l'impedenza dell'antenna risulta sia capacitiva che induttiva, verrà divisa per 4 sia la parte reale che quella immaginaria. Giusto?
2) l'autotrasformatore deve essere costruito in modo che il flusso complessivo all'interno del nucleo sia nullo (bobine in controfase) ed inoltre in modo che esso risulti non-risonante alle frequenza di interesse in modo da avere una risposta piatta e quindi ottenere una banda molto ampia. Giusto?
3) la reattanza equivalente alle varie frequenze dell'autotrasf. (che, proprio perchè non deve risuonare risulta molto elevata) si trova in serie all'impedenza dell'antenna necessariamente. Giusto?
4) come si concilia il fatto che da un lato ci fornisce 1/4 dell'impedenza dell'antenna e dall'altro mi aumenta enormemente la reattanza induttiva in serie all'antenna?
5) E se cambio il numero di spire, pur rimanendo simmetrico (15+15 oppure 118+18 spire, etc.) e quindi conservando il rapporto 4:1, cosa cambia? La reattanza complessiva in serie all'antenna, suppongo.
Per ora mi fermo qui e, in attesa di un vostro commento, anche dal punto di vista matematico, vi saluto cordialmente e rimango in...ascolto!
Giuseppe IT9AET
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