Re: dimensionamento shunt per il DC ground delle antenne
Decisamente un argomento controverso ove ognuno propone la propria "ricetta" come Guido anticipava.
Gianni del resto senza calcoli dici comunque il vero, c'è sempre da imparare nella vita e m piace credere di essere sempre meno ignorante ponendomi il problema.
(Alle superiori il prof di elettronica mi diceva sempre: Luigi non porti troppe domande, fai così e basta; io facevo sempre il contrario).
Ho trovato una logica descrizione del problema in un forum simile al nostro, devo dire che quella di Sergio I3MU mi soddisfa notevolmente:
"Nel passato la regola dell'induttanza di corto
veniva calcolata così
10uH x Mhz
es 10uH x 7Mhz = 70uH
La reattanza XL di questa induttanza alla frequenza
di funzionamento è già sufficientemente grande.
per cui al punto di alimentazione abbiamno
una XL (molto grande) in parallelo con la Ra=50 Ohm
per cui, come nel parallelo delle resistenze, vince sempre
la resistenza di valore inferiore.
La reattanza di 10uH a 7Mhz vale XL=440 Ohm
Il parallelo di due resistenza è Requ=(R1xR2)/(R1+R2)
(440x50)/(440+50)= 22000/490=45 Ohm
tra 45 e 50 Ohm non c'è praticamente differenza
dal punto di vista di adattamento.
Ovvio se uso una maggiore induttanza di corto
(non fa assolutamente male)
ci avvicineremo sempre di più ai 50 Ohm
ma non ne vale assolutamente la pena.
Non è necessario realizzare questa induttanza
con filo di grossa sezione.
Questa è la semplice giustificazione matematica
in modo da togliere dal campo concezioni esoteriche.
Vi saluto Sergio"
http://www.arifidenza.it/forum/topic...OPIC_ID=184117
Quindi OBBLIGATORIAMENTE il parallelo della reattanza induttiva modifica (se pur di poco) l'impedenza dell'antenna, fatto che avevo riscontrato anche nella santa pratica.
Se siamo zelanti si potrebbe elevare la reattanza a valori maggiori affinchè la Zin=Zout ma come Sergio sottolinea non ne vale la pena.
X= ω·L= 2π·f·L
Ovviamente al diminuire della frequenza (f) si avrà una diminuzione del valore della reattanza per un induttore, quindi per le bande basse (vedi 80m e 160m) per conservare l'impedenza naturale dell'antenna è necessario incrementare le spire della bobina e di conseguenza mantenere una reattanza sufficientemente alta.
Per frequenze che tendono ad infinito un induttore di poche spire (anche una) può essere considerato un circuito aperto!
La vita è bella...
Decisamente un argomento controverso ove ognuno propone la propria "ricetta" come Guido anticipava.
Gianni del resto senza calcoli dici comunque il vero, c'è sempre da imparare nella vita e m piace credere di essere sempre meno ignorante ponendomi il problema.
(Alle superiori il prof di elettronica mi diceva sempre: Luigi non porti troppe domande, fai così e basta; io facevo sempre il contrario).
Ho trovato una logica descrizione del problema in un forum simile al nostro, devo dire che quella di Sergio I3MU mi soddisfa notevolmente:
"Nel passato la regola dell'induttanza di corto
veniva calcolata così
10uH x Mhz
es 10uH x 7Mhz = 70uH
La reattanza XL di questa induttanza alla frequenza
di funzionamento è già sufficientemente grande.
per cui al punto di alimentazione abbiamno
una XL (molto grande) in parallelo con la Ra=50 Ohm
per cui, come nel parallelo delle resistenze, vince sempre
la resistenza di valore inferiore.
La reattanza di 10uH a 7Mhz vale XL=440 Ohm
Il parallelo di due resistenza è Requ=(R1xR2)/(R1+R2)
(440x50)/(440+50)= 22000/490=45 Ohm
tra 45 e 50 Ohm non c'è praticamente differenza
dal punto di vista di adattamento.
Ovvio se uso una maggiore induttanza di corto
(non fa assolutamente male)
ci avvicineremo sempre di più ai 50 Ohm
ma non ne vale assolutamente la pena.
Non è necessario realizzare questa induttanza
con filo di grossa sezione.
Questa è la semplice giustificazione matematica
in modo da togliere dal campo concezioni esoteriche.
Vi saluto Sergio"
http://www.arifidenza.it/forum/topic...OPIC_ID=184117
Quindi OBBLIGATORIAMENTE il parallelo della reattanza induttiva modifica (se pur di poco) l'impedenza dell'antenna, fatto che avevo riscontrato anche nella santa pratica.
Se siamo zelanti si potrebbe elevare la reattanza a valori maggiori affinchè la Zin=Zout ma come Sergio sottolinea non ne vale la pena.
X= ω·L= 2π·f·L
Ovviamente al diminuire della frequenza (f) si avrà una diminuzione del valore della reattanza per un induttore, quindi per le bande basse (vedi 80m e 160m) per conservare l'impedenza naturale dell'antenna è necessario incrementare le spire della bobina e di conseguenza mantenere una reattanza sufficientemente alta.
Per frequenze che tendono ad infinito un induttore di poche spire (anche una) può essere considerato un circuito aperto!
La vita è bella...
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