LA MIA CONCEZIONE DI VERTICALE AUTOCTONA
Da qualche tempo imbattersi in articoli incentrati sulle antenne verticali è all'ordine del giorno. La facilità di progettazione e la disponibilità di reperire a prezzi accessibili canne in fibra di vetro hanno fatto sì che divenisse una delle più comuni antenne alla portata di ogni autocostruttore. A dire il vero la verticale fu la mia seconda antenna, preceduta dalla diffusissima windom, nei lontani anni '60. Ebbi modo di sperimentarla in tutte le variazioni, dalla classica 1/4L alle caricate, fino al dipolo verticale. Poi dagli anni '70 fino al 2000 trovai modo di sperimentare parecchi altri tipi di antenna più complessi e ingombranti e .. efficenti. In occasione di un ennesimo cambio di casa nel 2001 mi venne l'idea di provare di nuovo l'emozione di una verticale, sfruttando anche la discreta altezza della mia nuova abitazione e un orizzonte piuttosto libero da ostacoli. Dopo vari tentativi, provata e scartata la verticale con balun 1:4 alla base per via delle onde stazionarie sempre troppo in evidenza e non fidandomi troppo della resa, passai al sistema con accordatore automatico alla base e la cosa cominciò a funzionare. Poi la voglia di accendere anche un amplificatore che sonnecchiava da anni in garage per dare un po' di 'spinta' al mio flebile segnale mise in difficoltà l'accordatore remoto e tentai la via della antenna verticale lunga 10 mt senza accrocchi, sfruttando un accordatore manuale in stazione per ridurre le onde stazionarie nelle altre bande a valori decenti. Per un po' la cosa funzionò, ma la macchinosità di ogni cambio banda non agevolava certo la caccia al DX e la certezza che buona parte della potenza irradiata andava persa per strada ( oltre 40 mt di cavo coassiale...) non mi invogliava a continuare su questa strada. Tentai quindi la costruzione di una verticale multibanda classica ed economica, molto semplicemente ponendo in parallelo tanti stili quante erano le bande desiderate. Questo mi permise di eliminare quasi del tutto l'accordatore in stazione e la resa della antenna sembrava accettabile, con un SWR decente. Però bastava poco perchè il sistema andasse in crisi e lo spostamento di uno degli stili verticali o delle false terre influenzava il SWR delle altre bande. D'altronde non avevo intenzione di piazzare una costosa verticale multibanda del commercio, comoda fin che si vuole, ma sempre un compromesso in termini di banda passante ed efficenza. Dopo alcuni anni di prove ( aiutato anche da parecchie rotture causa vento, neve etc ) mi venne l'idea di tentare una via diversa, per verificare la differenza di efficenza di un sistema rispetto ad un altro. Allestii quindi la solita verticale in fibra con i classici 10 metri utili per la banda dei 40 metri ( e dei 15 in configurazione 3/4L ) e aiutandomi con un paio di crocere in fibra di vetro disposi anche gli stili delle altre bande, ma invece di collegarli tutte in parallelo al cavo coassiale interposi un piccolo box con sei relais destinati a commutare individualmente ogni stilo sul coassiale. Mantenni le misure classiche che ogni libro mette in bella evidenza, disposi un po' di false terre risonanti e quindi isolate tutto attorno ( due o tre per banda) e iniziai a fare i miei test. Naturalmente le lunghezze teoriche degli stili non coincidevano sempre con le risonanze desiderate ( la vicinanza con gli altri stili si faceva sentire ) e così iniziai a fare un po' di prove per mettere in risonanza tutte le sette bande dai 10 ai 40 metri. Inutile dire che si trattava di un lavoraccio e ogni cambiamento comportava inevitabilmente variazioni e interazioni delle antenne fra di loro... Giocherellando con gli interruttori che comandano i relais, notai che il SWR variava ad ogni nuovo stilo che si andava a porre in parallelo a quello principale. Pur sospettando che si trattava di una sciocchezza, mi misi a fare tutte le prove immaginabili, fino a trovare per ogni banda una combinazione di stili posti in parallelo che riusciva a far cadere il SWR al di sotto del 1,5:1. Notai anche che in effetti il minimo SWR coincideva sempre con la miglior resa in ricezione e che in nessun caso avere tutti gli stili collegati insieme apportava migliorie, anzi... Anche se la banda passante della antenna era piuttosto buona, cercando di migliorarla per coprire bene anche il settore CW, provai a mettere nella scatola dei relais anche una piccola bobina con poche spire da mettere in serie alla antenna all'occorrenza. La cosa funzionò subito, permettendomi spostamenti verso il basso di qualche decina di kHz nelle bande alte e un centinaio di kHz nelle bande più basse. Per farla breve, dopo dieci di anni il sistema è ancora su, sembra funzionare benino e l'unica concessione alla modernità è stata la costruzione di un commutatore rotativo in stazione che mi permette di cambiare frequenza senza dover impostare manualmente le combinazioni dei relais da attivare per ogni banda. I relais del tipo in ceramica sotto vuoto non hanno ancora dato segni di cedimenti e nemmeno neve e ghiaccio sono riusciti ( per ora...) a mettere in seria difficoltà la mia verticale autoctona. Naturalmente non mi faccio illusioni e so che si tratta sempre e solo di una antenna verticale più o meno omnidirezionale e non di una direttiva e quindi soggetta a tutti i difetti di tale sistema. Da qualche tempo ho anche scoperto la magic band ( i 6 metri ) e la antenna ha trovato una insperata risonanza ottimale impiegando la configurazione in parallelo degli stili di 10-12-17- 40 metri. Naturalmente non fa miracoli e non può certo confrontarsi con antenne direttive plurielementi, ma mi ha permesso qualche exploit carino nei momenti di propagazione favorevole sia in ssb che in cw e il superamento della quota minima per richiedere il DXCC ( cosa che non farò ovviamente mai..). Questo prima dell'avvento del FT8 che a quanto pare ha fagocitato tutti gli altri modi su questa banda (sic ). Ultima nota, abitando io in città ed essendo sottoposto mio malgrado al noise cittadino sempre più presente ( grazie China...) ho la necessità di usare spesso l'attenuatore per spostare l'asticella dello S'meter verso il basso. Ho trovato una soluzione vantaggiosa alternativa all'uso degli attenuatori del ricevitore nel mettere tutti i relais del box antenna in posizone di riposo ( quindi non collegati ad alcuno stilo ), il che si traduce in una attenuazione di circa 18-22 dB che sembra funzionare meglio di quanto fanno gli attenuatori resistivi del rx. Naturalmente nel momento in cui passo in TX la alimentazione viene istantaneamente ridata e quindi posso usare questo sistema in completo automatismo senza mettere a rischio il trasmettitore. La stessa posizione di riposo viene assunta quando la stazione è spenta, quindi gli stili verticali non sono fisicamente connessi con la stazione radio, il che a mio modesto parere riduce un po' il rischio 'cariche statiche' . Per i fulmini non credo che l'isolamento di circa 4 o 5 kV offerto dai relais sia sufficente.. ( hi ). 73'
Da qualche tempo imbattersi in articoli incentrati sulle antenne verticali è all'ordine del giorno. La facilità di progettazione e la disponibilità di reperire a prezzi accessibili canne in fibra di vetro hanno fatto sì che divenisse una delle più comuni antenne alla portata di ogni autocostruttore. A dire il vero la verticale fu la mia seconda antenna, preceduta dalla diffusissima windom, nei lontani anni '60. Ebbi modo di sperimentarla in tutte le variazioni, dalla classica 1/4L alle caricate, fino al dipolo verticale. Poi dagli anni '70 fino al 2000 trovai modo di sperimentare parecchi altri tipi di antenna più complessi e ingombranti e .. efficenti. In occasione di un ennesimo cambio di casa nel 2001 mi venne l'idea di provare di nuovo l'emozione di una verticale, sfruttando anche la discreta altezza della mia nuova abitazione e un orizzonte piuttosto libero da ostacoli. Dopo vari tentativi, provata e scartata la verticale con balun 1:4 alla base per via delle onde stazionarie sempre troppo in evidenza e non fidandomi troppo della resa, passai al sistema con accordatore automatico alla base e la cosa cominciò a funzionare. Poi la voglia di accendere anche un amplificatore che sonnecchiava da anni in garage per dare un po' di 'spinta' al mio flebile segnale mise in difficoltà l'accordatore remoto e tentai la via della antenna verticale lunga 10 mt senza accrocchi, sfruttando un accordatore manuale in stazione per ridurre le onde stazionarie nelle altre bande a valori decenti. Per un po' la cosa funzionò, ma la macchinosità di ogni cambio banda non agevolava certo la caccia al DX e la certezza che buona parte della potenza irradiata andava persa per strada ( oltre 40 mt di cavo coassiale...) non mi invogliava a continuare su questa strada. Tentai quindi la costruzione di una verticale multibanda classica ed economica, molto semplicemente ponendo in parallelo tanti stili quante erano le bande desiderate. Questo mi permise di eliminare quasi del tutto l'accordatore in stazione e la resa della antenna sembrava accettabile, con un SWR decente. Però bastava poco perchè il sistema andasse in crisi e lo spostamento di uno degli stili verticali o delle false terre influenzava il SWR delle altre bande. D'altronde non avevo intenzione di piazzare una costosa verticale multibanda del commercio, comoda fin che si vuole, ma sempre un compromesso in termini di banda passante ed efficenza. Dopo alcuni anni di prove ( aiutato anche da parecchie rotture causa vento, neve etc ) mi venne l'idea di tentare una via diversa, per verificare la differenza di efficenza di un sistema rispetto ad un altro. Allestii quindi la solita verticale in fibra con i classici 10 metri utili per la banda dei 40 metri ( e dei 15 in configurazione 3/4L ) e aiutandomi con un paio di crocere in fibra di vetro disposi anche gli stili delle altre bande, ma invece di collegarli tutte in parallelo al cavo coassiale interposi un piccolo box con sei relais destinati a commutare individualmente ogni stilo sul coassiale. Mantenni le misure classiche che ogni libro mette in bella evidenza, disposi un po' di false terre risonanti e quindi isolate tutto attorno ( due o tre per banda) e iniziai a fare i miei test. Naturalmente le lunghezze teoriche degli stili non coincidevano sempre con le risonanze desiderate ( la vicinanza con gli altri stili si faceva sentire ) e così iniziai a fare un po' di prove per mettere in risonanza tutte le sette bande dai 10 ai 40 metri. Inutile dire che si trattava di un lavoraccio e ogni cambiamento comportava inevitabilmente variazioni e interazioni delle antenne fra di loro... Giocherellando con gli interruttori che comandano i relais, notai che il SWR variava ad ogni nuovo stilo che si andava a porre in parallelo a quello principale. Pur sospettando che si trattava di una sciocchezza, mi misi a fare tutte le prove immaginabili, fino a trovare per ogni banda una combinazione di stili posti in parallelo che riusciva a far cadere il SWR al di sotto del 1,5:1. Notai anche che in effetti il minimo SWR coincideva sempre con la miglior resa in ricezione e che in nessun caso avere tutti gli stili collegati insieme apportava migliorie, anzi... Anche se la banda passante della antenna era piuttosto buona, cercando di migliorarla per coprire bene anche il settore CW, provai a mettere nella scatola dei relais anche una piccola bobina con poche spire da mettere in serie alla antenna all'occorrenza. La cosa funzionò subito, permettendomi spostamenti verso il basso di qualche decina di kHz nelle bande alte e un centinaio di kHz nelle bande più basse. Per farla breve, dopo dieci di anni il sistema è ancora su, sembra funzionare benino e l'unica concessione alla modernità è stata la costruzione di un commutatore rotativo in stazione che mi permette di cambiare frequenza senza dover impostare manualmente le combinazioni dei relais da attivare per ogni banda. I relais del tipo in ceramica sotto vuoto non hanno ancora dato segni di cedimenti e nemmeno neve e ghiaccio sono riusciti ( per ora...) a mettere in seria difficoltà la mia verticale autoctona. Naturalmente non mi faccio illusioni e so che si tratta sempre e solo di una antenna verticale più o meno omnidirezionale e non di una direttiva e quindi soggetta a tutti i difetti di tale sistema. Da qualche tempo ho anche scoperto la magic band ( i 6 metri ) e la antenna ha trovato una insperata risonanza ottimale impiegando la configurazione in parallelo degli stili di 10-12-17- 40 metri. Naturalmente non fa miracoli e non può certo confrontarsi con antenne direttive plurielementi, ma mi ha permesso qualche exploit carino nei momenti di propagazione favorevole sia in ssb che in cw e il superamento della quota minima per richiedere il DXCC ( cosa che non farò ovviamente mai..). Questo prima dell'avvento del FT8 che a quanto pare ha fagocitato tutti gli altri modi su questa banda (sic ). Ultima nota, abitando io in città ed essendo sottoposto mio malgrado al noise cittadino sempre più presente ( grazie China...) ho la necessità di usare spesso l'attenuatore per spostare l'asticella dello S'meter verso il basso. Ho trovato una soluzione vantaggiosa alternativa all'uso degli attenuatori del ricevitore nel mettere tutti i relais del box antenna in posizone di riposo ( quindi non collegati ad alcuno stilo ), il che si traduce in una attenuazione di circa 18-22 dB che sembra funzionare meglio di quanto fanno gli attenuatori resistivi del rx. Naturalmente nel momento in cui passo in TX la alimentazione viene istantaneamente ridata e quindi posso usare questo sistema in completo automatismo senza mettere a rischio il trasmettitore. La stessa posizione di riposo viene assunta quando la stazione è spenta, quindi gli stili verticali non sono fisicamente connessi con la stazione radio, il che a mio modesto parere riduce un po' il rischio 'cariche statiche' . Per i fulmini non credo che l'isolamento di circa 4 o 5 kV offerto dai relais sia sufficente.. ( hi ). 73'
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